In Europa l’attenzione al biologico e all’ambiente è sempre più forte e diversi produttori hanno deciso di produrre in maniera biologica e sostenibile come scelta civile e professionale. Al contrario, ci si chiede spesso se il biologico sia un fattore determinante o meno in un paese come la Cina.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a una sensibile diminuzione delle emissioni prodotte dalla Cina. Il motivo è stata la chiusura delle fabbriche nel tentativo di controllare la diffusione di COVID-19.
Possiamo facilmente prevedere che questo miglioramento nei livelli di inquinamento sia temporaneo, ma non altrettanto temporaneo è l’impegno del governo nel garantire uno sviluppo più sostenibile, e soprattutto l’attenzione dei consumatori nei confronti di prodotti naturali e biologici.
La Cina è tristemente in prima posizione nella lista dei paesi più inquinati al mondo, ma è anche il leader mondiale nella produzione di energia da fonti rinnovabili.
Volendo guardare un po’ alla storia del paese, la Cina ha vissuto un periodo impressionante di crescita economica per 40 anni, ed è oggi la seconda economia mondiale per PIL nominale e la maggiore economia per parità di potere d’acquisto.
I risultati economici del paese hanno avuto un enorme impatto anche a livello sociale. Il governo ha sollevato oltre 700 milioni di persone dalla povertà estrema e ha implementato il sistema di istruzione obbligatoria. Inoltre, l’aspettativa di vita alla nascita è aumentata in modo significativo e il tasso di mortalità sotto i cinque anni è diminuito drasticamente.
Questa crescita, economica e sociale, è avvenuta a caro prezzo: circa un quinto del territorio cinese è inquinato e circa il 40% della sua superficie terrestre è degradata. L’uso eccessivo delle risorse idriche ha esaurito le falde acquifere.
Il governo cinese ha indicato che il controllo dell’inquinamento e la protezione dell’ambiente costituiscono una delle tre battaglie difficili per la Cina. Il 13 ° piano quinquennale (2016-2020) prevede l’attenzione a diversi parametri ambientali, dal consumo di energia alle emissioni di carbonio, dalla qualità dell’aria alla copertura forestale. La Cina ha adottato una serie di misure per incoraggiare lo sviluppo di energia pulita, compresa la costruzione di vasti parchi eolici e solari, con l’obiettivo di far sì che l’energia non fossile soddisfi il 20% del suo fabbisogno energetico entro il 2030.
Nonostante i notevoli progressi compiuti dalla Cina, ci vorranno molto tempo, enormi investimenti e impegno politico per passare da una crescita economica frenetica a uno sviluppo sostenibile e qualitativo.
Come tutti questi fattori influenzano le decisioni dei consumatori?
Con un inquinamento così elevato, la popolazione – soprattutto nelle città di primo e secondo livello – ha sviluppato una maggiore sensibilità rispetto al consumo di prodotti biologici, di importazione e con origine garantita. Qualcosa che fino a qualche anno fa sembrava impossibile, sempre più consumatori cinesi vogliono prodotti bio.
Secondo Statista, nel 2019 il 41% della popolazione cinese ha dichiarato di acquistare prodotti biologici spesso, mentre solo il 4% ha dichiarato di non sapere cosa fossero.
Tra i prodotti che sono più ricercati abbiamo:
- Cibo
- Cosmetica
- Integratori
- Abbigliamento
Quali sono le dinamiche che si nascondono dietro questa tendenza green?
L’aumento del reddito familiare e della classe media è sicuramente tra i primi fattori determinanti la volontà di acquistare prodotti biologici. Questo perché i prodotti biologici e di esportazione sono più costosi rispetto agli alimenti normalmente disponibili sul mercato.
In altre parole, le persone con un maggiore potere di spesa sono quelle che hanno maggiore possibilità di acquistare prodotti biologici.
Un altro fattore che ha influito enormemente sulla decisione dei consumatori cinesi di acquistare prodotti biologici, sono i grandi scandali, che hanno caratterizzato soprattutto il settore alimentare. Tra i più – tristemente – famosi, ricordiamo quello del latte in polvere per neonati contaminato, che ha portato alla morte di migliaia di bambini.
Quindi la sicurezza alimentare e la garanzia sull’originalità del prodotto è un altro fattore che influenza la scelta dei consumatori cinesi e li spinge ad acquistare prodotti biologici.
La cultura cinese inoltre pone grande attenzione alla relazione che c’è tra cibo e salute. Per questo motivo negli ultimi anni abbiamo assistito all’apertura di diversi ristoranti “organic” o “natural” dove è possibile acquistare cibo salutare e biologico.
Infine, soprattutto tra i giovani, c’è una volontà di affermazione del sé rispetto alla comunità, congruente con l’immagine del buon cittadino rispettoso dell’ambiente. Il fattore sociale è di forte influenza in Cina e l’immagine che gli altri hanno del prossimo è tenuta in grande considerazione dalla popolazione. Dare un’immagine di se come persona rispettosa dell’ambiente e dei diritti degli animali è quindi tra gli altri fattori sociali che influenzano le scelte dei consumatori cinesi. L’acquisto di prodotti organici e la condivisione di tali acquisti su social media come WeChat è un trend sempre più diffuso.
Molti di voi penseranno che sia un paradosso, infatti molto (troppo) spesso si parla di scandali legati al maltrattamento degli animali – come la festa della carne di cane di Yulin. Ma nelle grandi città gli animali da compagnia sono considerati tali anche in Cina, e potreste rimanere sorpresi nello scoprire che a Shanghai esistano “caffè” dove i cani possono trovare ristoro e festeggiare il proprio compleanno.
Come sempre la Cina si presenta come il paese degli eccessi, ma questo non deve scoraggiare i produttori a puntare sul biologico, non solo come scelta consapevole di rispetto e sostenibilità dell’ambiente, ma anche come valore aggiunto per i consumatori.
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