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Se vi era stato un aumento costante di import e consumo di vino in Cina negli ultimi anni fino al 2018, il 2019 aveva già segnato un momento di cambiamento profondo all’interno delle dinamiche del mondo del vino in Cina.

Nel 2019 abbiamo osservato una inversione del trend dell’import di vino, segnato da un netto calo; questo si è verificato a causa di un accumulo di prodotto nei magazzini nell’anno precedente e che ancora non era stato smaltito.

Inoltre, sempre nel 2019, circa un terzo degli allora distributori e/o importatori che, tra le altre cose, si occupava anche di vino, aveva chiuso i battenti, lasciando spazio a quei professionisti che negli anni si erano distinti per la loro conoscenza, professionalità e gestione di un mercato estremamente specifico, come quello del vino o più in generale del F&B.

Per quanto riguarda il 2020, la situazione Covid-19 ha sicuramente già inciso pesantemente sui consumi di vino interni in Cina e se le cose dovessero persistere in questo modo, l’intera industria del vino ne subirebbe le pesanti conseguenze. È anche vero che questa crisi ci da modo di reinventarci e di creare nuove strategie da applicare in futuro.

Cosa dicono i dati in merito alla reazione del mercato cinese alla situazione Covid-19 finora?

Secondo i dati del Ministero del commercio cinese  nel primo trimestre 2020, l’Italia avrebbe ridotto il suo import in Cina di circa il 15% rispetto allo stesso periodo nel 2019, posizionandosi al quarto posto per import dopo Australia, Francia e Cile, ma comunque prima di Spagna e USA.

Nonostante la grande perdita in termini di volumi, una nota positiva va spesa per il valore dell’import Italiano in Cina, in quanto l’Italia ha perso circa  il 2% del valore medio se comparato allo stesso periodo nel 2019, ma molto meno rispetto, ad esempio, ai cugini Francesi che invece hanno perso circa il 18% rispetto allo stesso periodo.

Canali di distribuzione ai tempi del Coronavirus

Secondo il sito RaboBank nonostante le piattaforme di e-commerce stessero crescendo esponenzialmente in Cina già in passato, i negozi fisici si accaparravano ancora il 70% delle vendite fino al 2019, rispetto alle vendite online. C’è inoltre da dire che il vino, culturalmente, è un bene che solitamente in Cina si consuma in compagnia, nei ristoranti, durante le feste e quindi, molto più raramente il consumatore cinese si è trovato ad acquistare del vino per berlo a casa da solo, come aperitivo o per cena.

Lo scenario del Coronavirus, però, ha iniziato a modificare anche questa dinamica.

Le vendite e-commerce sono aumentate ulteriormente, le consegne a domicilio sono sempre più veloci e sicuramente molto economiche, questo invoglia il consumatore ad acquistare e sperimentare.

Cosa ci prospetta il futuro?

Un ruolo importante nello scenario presente e futuro, lo giocano sicuramente i Millennials, un target fondamentale per la vendita di vino in Cina, ed anche i più grandi utilizzatori delle piattaforme e-commerce.

I Millennials in Cina tendono a preferire il rapporto online rispetto a quello faccia a faccia e sono sempre più alla ricerca di acquisti informati. Qui entra in gioco il ruolo fondamentale dei KOL  e della loro influenza sui consumatori, soprattutto tramite live streaming sulle diverse piattaforme online a disposizione: da Weibo a Kuaishou alla sempre più famosa TikTok.

L’unione del crescente interesse dei millennials per il vino, la peculiarità di associarlo principalmente a momenti di convivialità e la loro volontà di trovare soluzioni online, hanno fatto esplodere un vero e proprio trend durante il periodo di quarantena forzata, che anche i cinesi si sono trovati a vivere: il “Cloud (云 yun in cinese) wine tasting”.

Secondo il sito The Buyer sono in molti ad aver utilizzato la modalità di aperitivo o evento online per degustare vini insieme, che fosse tra un gruppo di amici o con fini commerciali.

Il colosso COFCO Great Wall Wine Company, ad esempio, ha organizzato una sessione di eventi, degustazioni e competizioni legati al vino, per una settimana intera, ai quali hanno partecipato centinaia di migliaia di persone.

Come muoversi ora

Secondo Frankie Zhao, fondatore di Millevini Wine Trade Co. Ltd., “la ricca cultura e la diversità dei vini italiani possono offrire molto al mercato cinese che è assetato ed esigente”  e anche regioni italiane finora poco rappresentate sul territorio cinese, iniziano a prendere piede.

Per distinguersi, però, e farsi ricordare, il produttore italiano ha bisogno di farsi notare dal consumatore e instaurare con lui un rapporto di interesse e fiducia. È quindi fondamentale conoscere e farsi conoscere sulla piattaforma più utilizzata in Cina: Wechat  e seguire i nostri consigli su come gestire un Business con la Cina ai tempi del Coronavirus.

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