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PeiPei Huang ha iniziato la sua carriera come giornalista per riviste di design. Dopo aver lavorato con il famoso artista Chen Yifei, ha lavorato per la rivista d’avanguardia “Youth Vision”, oltre che per alcuni gruppi editoriali dedicati alla moda, come Channel [V], “Oriental Entrepreneur” e altri.

Oggi è CEO dell’agenzia di pubbliche relazioni 3rd Floor e fondatrice di Paper, uno spazio artistico e una community dedicata alla cultura, all’arte e soprattutto al design.

Pensi che il brand “Made in Italy” sia un potente strumento nelle mani di designer e delle aziende di arredamento italiane? Questo brand influenza effettivamente la scelta di acquisto dei clienti cinesi?
Il “Made in Italy” è un brand iconico secondo la percezione del consumatore cinese. L’Italia ha così tanti talenti e così tanti marchi di design unici al mondo. “Made in Italy” significa anche lavorazione dei prodotti meticolosa, prodotti di lusso, ma allo stesso tempo anche tempi di produzione molto dilatati (produzione 7-8 settimane, spedizione 3-4 settimane- almeno). Questi fattori influenzano la scelta dell’acquirente. Se le aziende del “Made in Italy” fossero in grado di migliorare i tempi di produzione, senza impattare ulteriormente sui costi, sarebbero sicuramente la prima scelta dei consumatori cinesi.

Nella tua esperienza, cosa si aspettano i clienti cinesi da un brand di design italiano?
Penso ci si aspetti qualità, eleganza, un buon progetto.

Paper è uno spazio espositivo per i brand di design e in qualche modo anche uno show room in cui le persone possono acquistare i prodotti, sappiamo che ospitate molti brand italiani, puoi parlarci di più del progetto?
Il concetto di design di Paper è stato ispirato proprio dal Salone di Milano. Ogni anno andiamo al Salone per parlare con i brand di design e scoprire nuove opportunità per i prodotti italiani sul mercato cinese, è un momento molto costruttivo di networking. Paper è nata quindi come una comunità di creativi, non solo uno spazio di lavoro ma soprattutto un network per l’industria del design. Fin dal primo Paper a Shanghai, abbiamo coinvolto diversi brand per creare uno showroom e una sala business che servissero a creare questo tipo di esperienza.
Nel 2019, abbiamo costruito un campus Paper nella concessione francese di Shanghai su Yongjia Road. Questo nuovo campus mira ad essere un club e uno spazio di lavoro. Abbiamo unito le forze con il brand italiano Arper per creare un’atmosfera moderna all’interno di in un vecchio edificio coloniale, il contrasto tra il vecchio e il nuovo è magnificamente bilanciato e rende la location molto speciale. Così questa sede è anche diventata lo showroom di Arper per presentare i propri prodotti.

Paper sostiene una campagna per il rispetto per l’ambiente, pensi che “ecologia” e “sostenibilità” siano valori importanti per i consumatori cinesi anche nel design?
Assolutamente si. L’attenzione dei consumatori cinesi per i valori legati alla sostenibilità è ancora in divenire, ci vorrà del tempo, ma si svilupperà sicuramente.

Paper è uno spazio fisico, immagino anche voi abbiate subito uno shock a causa del lockdown. Pensi che il mondo del design dopo il Covid19 sarà legato maggiormente agli eventi online? Vi piace l’idea di usare VR, webinar e B2B online
Gli eventi online sono importanti, VR, webinar e B2B online sono strumenti necessari, ma se guardiamo a quello che è accaduto nel mercato cinese, è evidente che le persone hanno ancora bisogno dell’esperienza fisica in negozio. Questo è testimoniato anche dal settore F&B che è stato il primo a tornare in vita dopo il lockdown. Sostanzialmente, più i consumatori sono isolati, più sono in cerca di esperienze reali e prodotti autentici.

Sappiamo che l’e-commerce e lo shopping online stanno crescendo in Cina, soprattutto a causa della pandemia di Covid19. Pensi che sarà coinvolto anche il design? Come può un prodotto destinato ad occupare uno spazio fisico adattarsi a questa tendenza?
La risposta alla prima domanda è sì e no. Abbiamo un cliente che durante il lockdown ha creato una community su WeChat per promuovere i prodotti di design. Si sono uniti oltre 500 membri provenienti dal settore creativo, e in pochi mesi hanno realizzano vendite per un valore di 200kRMB proprio in questa chat di gruppo. Quindi dovremmo dire che ha funzionato. Eppure, non appena la vita è tornata alla normalità, le persone hanno iniziato a cercare una soluzione orientata all’esperienza. Penso sia necessario per i prodotti di design avere uno showroom, un luogo accessibile al consumatore. Allo stesso tempo, è fondamentale essere presenti nel mondo digitale, con un account WeChat in cui sia possibile trovare foto di lifestyle e informazioni sui prodotti, anche un catalogo. Per quanto riguarda l’e-commerce, al momento è limitato agli accessori o a pochi prodotti iconici, non direi abbia senso inserirvi la linea completa di un’azienda di design. 

Parliamo di promozione, è importante che un marchio di design abbia il proprio account ufficiale WeChat?
Assolutamente si. L’account ufficiale WeChat per un brand di design è una finestra verso i consumatori, i distributori e i media. È uno strumento che consente di mantenere viva la relazione con il consumatore per spingerlo a comprare nuovi prodotti ma anche a rimanere fedele al brand. WeChat è utile per diffondere la propria value proposition ai distributori, ma anche a educarli attraverso le storie che si possono condividere. È anche uno strumento su cui aprire potenzialmente un e-commerce in futuro, e un eccellente mezzo per la targhettazione del pubblico. Noi aiutiamo tutti i nostri clienti ad aprire un account WeChat ufficiale e a mantenere aggiornati i contenuti.

Sappiamo che in Cina i KOL sono molto efficaci nel far crescere la brand awareness, pensi che i KOL siano più efficaci delle riviste di design? Se un marchio ha un budget basso quale di queste due strategie suggeriresti?
I KOL nel settore del design, a mio avviso, sono principalmente designer. I consumatori conoscono il prodotto attraverso i loro progetti. Le riviste di design sono ancora le protagoniste del settore quando si tratta di promozione. Inoltre, le riviste di design di oggi sono online e sono presenti anche sui social media, molte di loro lavorano proprio con i KOL. Quindi penso che se un’azienda ha un budget ridotto, otterrebbe più benefici lavorando con un’agenzia di PR o con riviste di settore.

Se potessi dare 3 suggerimenti a un’azienda italiana di design per migliorare le proprie performance sul mercato cinese, quale sarebbero?

1. Scegliete soluzioni di logistica locali, ad esempio l’utilizzo di magazzini in Cina nelle free trade zones;  

2. Lavorate sulla brand avareness attraverso i social media e le pubbliche relazioni;

3. Create relazioni con la comunità di design locali (basata in Cina). 

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