Brian Yao è il fondatore di SOWINE (sowine.com.cn) un wine club fondato nel 2008 dedicato alla formazione e alla promozione della cultura del vino in Cina, che mette in contatto più di 2.800 professionisti del vino.
In passato ha lavorato come giornalista presso Wines-info.com, uno dei siti web di vino più grandi e popolari in Cina. Attualmente lavora come redattore per la sezione vino della rivista cinese di lifestyle “Choices”, con una tiratura di 45.000 copie mensili. Lavora anche per la rivista CCB Fortune scrivendo per la rubrica di enogastronomia. Inoltre, lavora come scrittore indipendente per altre riviste e giornali.
Brian è diplomato WSET ed è un insegnante autorizzato per i loro corsi. È anche ambasciatore ufficiale di Loire Wine in Cina e insegnante ufficiale per il New Zealand Winegrowers.
Ciao Brian, prima di tutto raccontaci come ti sei appassionato al vino in generale, e poi ai vini italiani.
La prima volta che ho assaggiato un vino importato, si è trattato di un vino cileno. Era fruttato e piuttosto diverso dai vini cinesi disponibili sul mercato all’epoca. È stata una rivelazione, così ho continuato a provare vini di diverse regioni vinicole, soprattutto dalla Francia.
Un giorno ho avuto modo di assaggiare alcuni vini italiani in un ristorante italiano di proprietà di un amico a Pechino. Ricordo ancora con piacere una vecchia annata di Barolo che ho assaggiato con un piccolo gruppo di persone. Il Barolo era abbastanza chiuso all’inizio, ma dopo circa 15 minuti sono arrivati i deliziosi frutti e spezie, insieme a noci tostate e funghi, ecc.
Mi sono incuriosito e ho visitato diverse regioni d’Italia come giornalista. Lo stile di vita italiano e i suoi vini sono così sorprendenti. Nessuno può resistere alla tentazione di godersi un bicchiere di vino in riva al fiume Adige, o di rilassandosi a bordo piscina di un bellissimo hotel in Toscana.
Le performance dei vini italiani sono piuttosto negative nel mercato cinese, quale pensi sia la ragione?
I vini italiani sono abbastanza difficili da capire per i clienti cinesi. L’enorme numero di varietà di uva peggiora le cose.
Ma le cose stanno cambiando rapidamente. Il cosiddetto “ABC” dei vini italiani – Amarone, Barolo e Chianti Classico – ha colto sempre più attenzione. Questo sistema ci dimostra che se rendiamo le cose più facili da capire e ricordare, i vini italiani possono essere accettati dai clienti cinesi in modo più semplice.
Sei stato un giornalista di vino e ora sei wine trainer e influencer, che posto occupa il vino italiano nella mente dei consumatori? Qual è l’idea generale al riguardo?
Questa non è una domanda facile. La Cina è un grande paese con persone e gusti molto diversi.
Alcune persone in Cina pensano che i vini italiani siano eleganti, con caratteristiche uniche e una buona struttura. Alcuni consumatori, quello senior, pensano che i vini italiani dovrebbero essere bevuti esclusivamente ai pasti, altri che siano vini da meditazione.
In che modo il Covid19 ha cambiato le regole del gioco per la promozione e la vendita del vino? Quali sono le nuove tendenze?
Il covid19 ha cambiato radicalmente il modo di bere vino. Le persone hanno meno occasioni di uscire e quindi bevono meno del solito. D’altra parte, abbiamo notato una tendenza a bere meglio. Penso che questo darà maggiori opportunità ai vini di alto livello.
Ci sono sempre più corsi di formazione e degustazioni online, che hanno influenzato i clienti durante il lockdown e saranno una nuova componente della vita di tutti i giorni. Personalmente non credo che gli eventi online potranno sostituire completamente la comunicazione faccia a faccia con i consumatori.
Credi che la digitalizzazione sia una parte fondamentale per la promozione del vino in Cina?
Sì. La digitalizzazione è fondamentale in Cina. È il modo più facile di comunicare in un territorio così vasto ed è abbastanza popolare tra i giovani e le nuove generazioni. L’altra faccia della medaglia è che un evento di promozione digitale può essere piuttosto costoso da organizzare, eseguire e trasmettere, soprattutto se è coinvolto un pubblico numeroso.
Puoi indicarci qualche piattaforma digitale dove il vino sta andando particolarmente bene e spiegarci perché? (ad eccezione delle attività di Sowine ovviamente :D)
Vi farò due esempi, uno è una piattaforma focalizzata sui consumatori e l’altra sui piccoli distributori (o enoteche, ecc.)
Il primo è JD.com, una gigantesca piattaforma di shopping online. Ci sono molti brand di vino che hanno aperto il proprio negozio online su JD.com. Questi e-shop sono un ottimo posto dove promuovere il vino ai consumatori. Lafite Rothschild ha costruito il suo wine shop su JD.com già nel 2017, e ora gli acquirenti possono facilmente visitare il loro negozio, basta un click.
L’altro esempio è Wajiu.com, una buona piattaforma di vendita di vino dedicata alla piccola distribuzione. I clienti di questa piattaforma sono piccoli distributori delle città di 1 ° e 2 ° livello, comprese enoteche, ristoranti, wine club ecc. Wajiu.com dispone delle risorse necessarie all’acquisto di grandi volumi di vino e sono molto efficienti nella logistica. Sartori dal Veneto sta attualmente lavorando con Wajiu.com.
C’è molta curiosità da parte dell’Italia nei confronti dei vini cinesi, cosa ne pensi? In Cina ci sono aziende vinicole in grado di competere nel mercato internazionale?
La qualità dei vini cinesi sta migliorando in questi anni. Dopo anni di focalizzazione sulle uve rosse, in particolare Cabernet Sauvignon, alcuni produttori di vino hanno finalmente compreso che bisogna scegliere il vitigno giusto per la propria zona di produzione. Ora è possibile trovare il Marselan in molte regioni vinicole cinesi come Ningxia, Huailai, Penglai e alcune altre regioni. Inoltre, le piantagioni di uva bianca stanno aumentando, ad esempio Riesling e Sauvignon Blanc.
Riguardo le aziende, la Xige Estate di Ningxia e la Canaan Winery di Huailai, abbastanza vicino a Pechino, sono due dei più grandi produttori di vino. Producono vino di alta qualità a prezzi ragionevoli.
Quanto sono importanti il brand e la brand awareness nel mercato cinese?
Il brand è molto importante nel mercato cinese. Dato che molti consumatori non hanno una buona conoscenza del vino e non lo capiscono, il brand è un indizio molto importante per scegliere cosa comprare.
Penfolds è un esempio eccellente di lavoro in termini di brand. È molto popolare nel mercato cinese, anche se i loro prezzi sono superiori alla media di mercato.
L’influencer marketing in Cina è piuttosto costoso, specialmente su WeChat, secondo la tua esperienza, c’è un reale ritorno di investimento? Perché l’influencer marketing è così importante in Cina?
Penso che un ritorno di investimento le aziende di vino sia davvero difficile se si utilizzano influencer molto famosi, poiché è piuttosto difficile vendere un quantitativo di vino pari al costo da sostenere.
L’influencer marketing è così efficace in Cina perché le nuove generazioni tendono a cercare le informazioni sui prodotti da Internet e dai social media. Solo se un influencer è in grado di rivolgersi a un vasto pubblico questo tipo di attività ha senso. Ma parlando di marketing del vino, bisogna stare molto attenti alle scelte che si fanno.
Se potessi parlare con un produttore di vino italiano, quali sarebbero i 3 suggerimenti che gli daresti per migliorare le sue prestazioni sul mercato cinese?
1.Visita regolarmente la Cina e cerca di avere un rapporto diretto con i consumatori cinesi durante degustazioni, cene o altri eventi.
2. Segui le indicazioni del tuo importatore, se è capace e affidabile.
3. Se possibile, consiglio di dare ai vini nomi facili da pronunciare. Idealmente, crea un nome cinese per il tuo vino, se è un buon nome usalo e proteggilo legalmente. Un buon nome cinese può essere molto potente quando promuovi il tuo vino nel mercato cinese.
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