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Nonostante la pandemia COVID-19, la crescita economica della Cina è gradualmente ripresa nel secondo trimestre del 2020 e il PIL ha raggiunto i 45,66 trilioni di yuan con una crescita del 3,2% annua nel secondo trimestre.

Con l’epidemia COVID-19 sostanzialmente tenuta sotto controllo nella maggior parte del paese, e la vita delle persone ha ripreso un ritmo praticamente normale, per questo si prevede che i principali indicatori economici torneranno positivi durante il terzo trimestre. Tuttavia, la piena ripresa economica in Cina sarà difficile da raggiungere, dato che la pandemia continua a diffondersi in alcune delle principali economie mondiali e con ogni probabilità continuerà ad essere un problema almeno fino alla fine del 2020.

Le importazioni e le esportazioni cinesi continueranno a dover affrontare la debole domanda del mercato internazionale, ma si prevede un aumento dei consumi interni nel secondo trimestre, grazie al sostegno politico e misure economiche di ripresa che hanno come scopo quello di riattivare il mercato nel quarto trimestre dell’anno.

Vediamo nel dettaglio che cosa sta succedendo.

La vendita dei beni di consumo

Le vendite totali al dettaglio di beni di consumo si sono contratte dell’11,4% durante il primo semestre del 2020 (con una riduzione drammatica del 19% nel primo trimestre).
Le vendite hanno ricominciato a crescere a giugno e si prevede che tornino ai precedenti valori positivi alla fine del terzo trimestre. La maggior parte delle attività sociali e commerciali sono infatti tornate alla normalità nel secondo trimestre e anche la fiducia dei consumatori migliorerà gradualmente.
Poiché la spesa dei consumatori finali è uno delle principali fattori responsabili della crescita del PIL (insieme agli investimenti e alle esportazioni), la ripresa delle vendite al dettaglio di beni di consumo nella seconda metà dell’anno sarà fondamentale. Sia il governo centrale che quelli locali stanno quindi lavorando per stimolare i consumi.
Per quanto riguarda il turismo, le misure preventive per la lotta alla pandemia COVID-19 rappresentano ancora un grande deterrente per la ripresa, soprattutto considerando che continuano ad emergere nuovi casi anche all’interno del paese. Per questo, nonostante il turismo interno sia gradualmente ripartito, non possiamo di certo immaginare una chiusura positiva in questo settore
Un altro settore pesantemente colpito è stato quello della ristorazione che ha subito un calo del 44,3% nel primo trimestre, con una ripresa a partire da giugno che lo porta oggi ad avere una perdita del 15,2% rispetto allo scorso anno.
Nonostante questo, abbiamo assistito alla crescita di alcuni settori, come quello delle vendite online, che sono aumentate del 7,3% e hanno raggiunto i 5,15 trilioni di yuan (con un calo dello 0,8% nel primo trimestre). In particolare, all’interno di questo gruppo le vendite online di beni fisici sono aumentate del 14,3% e hanno raggiunto i 4,35 trilioni di yuan, costituendo il 25,2% delle vendite al dettaglio totali. Ciò mostra come la pandemia COVID-19 abbia accelerato la crescita delle vendite al dettaglio online.

Importazioni e esportazioni

Nel primo semestre dell’anno abbiamo ovviamente assistito a una diminuzione delle importazioni e delle esportazioni a causa della pandemia COVID-19, ma di fatto la contrazione è stata solo del 3,2% su base annua, quindi meno drammatica di quello che ci saremo aspettati.
Purtroppo, considerando che l’epidemia di COVID-19 si è diffusa e si sta diffondendo in molti paesi a partire dal secondo trimestre dell’anno, è possibile che le importazioni e le esportazioni continuino a diminuire.
Un dato che non coinvolgerà solo la Cina, infatti secondo l’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) prevede che il commercio globale di merci si contrarrà dal 13% al 32% nel 2020 a causa della pandemia.
A seguito guerra dei dazi con gli USA e della crisi che il COVID-19 ha generato in Europa, l’ASEAN è diventata il principale partner commerciale della Cina e il commercio con l’ASEAN è aumentato del 5,6% su base annua raggiungendo il valore di 2,09 trilioni (rappresenta il 14,7% del commercio internazionale totale della Cina).
In realtà gli scambi con l’UE sono diminuiti solo dell’1,8% su base annua indicando che nonostante la pandemia, i rapporti commerciali tra Europa e Cina sono rimasti relativamente stabili.

Il Big Player: l’economia digitale cinese

Il 14 luglio, la Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e la riforma (NDRC), insieme a 12 dipartimenti del governo centrale, ha pubblicato le linea guida per sostenere l’economia digitale, ovvero l’economia che si basa su tecnologie informatiche digitali. L’economia digitale è emersa come una delle forze chiave che guidano lo sviluppo economico della Cina negli ultimi anni. Nel contesto di COVID-19, l’economia digitale ha svolto un ruolo essenziale, soprattutto durante il lockdown. Gli stili di vita e le abitudini lavorative delle persone, nonché i modelli di business sono stati notevolmente modificati ed è molto probabile che rimangano tali in un’era post-pandemia.

In particolare, durante il periodo di blocco, le attività economiche digitali come l’istruzione online, le consegne a domicilio, l’e-commerce, l’intrattenimento online e il lavoro a distanza sono diventate una parte essenziale della vita quotidiana.

Il COVID-19 ha sostanzialmente accelerato la quarta rivoluzione industriale o meglio, la rivoluzione digitale.

Come descritto alcuni anni fa dal Dr. Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum, la rivoluzione digitale è caratterizzata da “una fusione di tecnologie che sta offuscando i confini tra le sfere fisica, digitale e biologica”. Questa rivoluzione coinvolge quasi tutti i settori in vari paesi a un ritmo esponenziale e sta trasformando i sistemi di produzione, gestione e governance.

In quanto paese in via di sviluppo, la Cina è rimasta molto indietro nella prima rivoluzione industriale (utilizzo del vapore e dell’acqua per la produzione) e nella seconda rivoluzione industriale (utilizzo dell’energia elettrica). Tuttavia, le riforme del paese e la politica di apertura nel corso degli ultimi 50 anni hanno preparato la Cina a diventare una delle economie più avanzate nell’attuale rivoluzione digitale. Data l’importanza dell’economia digitale nel determinare la prosperità del paese nel lungo periodo, la Cina si sta proponendo come leader mondiale di questa rivoluzione.

Secondo il White Book 2020 sullo sviluppo dell’economia digitale cinese pubblicato dal CAICT, nel 2019 l’economia digitale ha contribuito per circa il 67,7% alla crescita del PIL cinese. Dal 2014 al 2019, il contributo dell’economia digitale al tasso di crescita del PIL su base annua è stato costantemente superiore al 50%.
Secondo il CAICT, l’economia digitale rappresenta ora il 36% del PIL cinese e si prevede che rappresenterà oltre il 50% del PIL del paese entro il 2030.

Nel 2020, a seguito del COVID-19, la crescita economica della Cina avrebbe dovuto essere molto più bassa, ma non è stato così grazie al contributo dell’economia digitale, che continuerà a crescere dato che molti stili di vita e attività commerciali sono passati a piattaforme online o virtuali.

Di conseguenza, possiamo facilmente prevedere che la rapida crescita dell’economia digitale continuerà nell’era post-pandemia, in quanto gli stili di vita e le abitudini lavorative delle persone sono cambiati.
Inoltre, è importante ricordare che la Cina ospita alcuni giganti del Tech, fortemente supportati dal governo e in corsa per competere a livello internazionale.

Cosa vuol dire questo per le aziende che vogliono investire sul mercato cinese? La digitalizzazione non è più da tempo una scelta, ma una vera e propria necessità.

Fonti: China Economic Quarterly Q2/Q3 2020 by PWC

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