Si sente sempre più spesso parlare di vino cinese e con più o meno consapevolezza si esprimono giudizi sullo stato attuale e futuro di questo prodotto, che non è poi così nuovo come crediamo.
Vorrei quindi cercare di dare una visione più completa e corretta possibile sullo stato attuale delle cose. Iniziamo con un po’ di informazioni di base:
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- La Cina ha la più vasta area di piantagione di viti di Cabernet Sauvignon al mondo
- E’ passata dai 2 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 1986 a 11 milioni nel 2015
- E’ il sesto produttore mondiale di vino per volume dopo Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti d’America, Australia.
- E’ il quinto Paese consumatore di vino con 17,3 milioni di ettolitri al 2016
- E’ la quinta nazione per volumi di vino in ingresso: 6,4 milioni di ettolitri sempre al 2016
- E’ seconda al mondo dopo la Spagna per superficie vitata. Viene prima di Francia e Italia.
E’ molto interessante capire come siamo arrivati oggi a questo scenario e perchè sei sente sempre più sessi di vini Cinesi a livello internazionale.
Un po’ di storia.
Nonostante la vitis vinifera (comunemente vite) sia approdata in Cina durante la dinastia Han e, quindi, all’incirca 2200 anni fa, la prima azienda vinicola, la “Changyu Pioneer Wine Company”, attualmente una delle più grandi aziende vinicole del mondo, è stata fondata nel 1892, ed è solo dagli anni 80’ del Novecento, però, che la Cina si è dedicata alla produzione di vino in senso moderno.
A guardare i grafici, la Cina risulta essere la prima produttrice di uva al mondo, ma del totale prodotto solo il 12% è destinato alla vinificazione.
È vero anche che i terreni destinati alla vitis vinifera stanno aumentando e così anche la produzione di vino, non solo in quantità ma anche in qualità .Quali sono le zone produttrici in Cina?
Le regioni vinicole cinesi sono distribuite in tutto il paese, anche se le zone più ampiamente coltivate sono quelle dello Shandong, Hebei, Yunnan, Jilin, Tianjin, Xingiang, Ningxia, Pechino e Gansu.
Vediamole più nel dettaglio:
Provincia dello Shandong
Lo Shandong merita di essere al primo posto della lista delle regioni vinicole cinesi, grazie alla sua lunga storia di produzione vinicola (qui ha sede la sopra citata azienda vinicola Changyu nata nel 1892) e ovviamente per i numeri sia in termini di volume (il 40% della produzione nazionale) che di valore.
Le zone dove maggiormente si concentra la produzione nello Shandong sono quelle di Penglai e Yantai, le quali si trovano alla stessa latitudine di Bordeaux, perciò non è difficile immaginare quali siano le similarità. Data la vicinanza al mare il clima è marittimo e permette alle viti di vivere facilmente senza l’intervento dell’uomo anche d’inverno. La presenza di monsoni e abbondanza di piogge è la sfida più ardua nella produzione viti-vinicola di questa regione. Qui troviamo principalmente Cabernet Gernisht, Merlot, and Cabernet Sauvignon.
Nel 2018, il famoso produttore francese Château Lafite Rothschild, ha messo sul mercato il suo primo brand cinese, Domaine de Long Dai, che si trova proprio a Penglai, zona nella quale il produttore di Bordeaux ha iniziato ad investire piantano 30 ettari di viti nel 2008.Provincia dello Hebei
Lo Hebei si posiziona subito dopo lo Shandong, sia in termini di produzione che di valore.
Questa provincia ospita la regione vinicola dello Shacheng, a nord ovest di Pechino – località natale del primo vino bianco secco cinese – e del Changli, a nord ovest di Pechino, dove è stato prodotto il primo rosso secco cinese.
La zona del Changli è soggetta ad una forte umidità, il che significa che i produttori di questa zona devono fare grandi sforzi sotto controllo le malattie della vite, inoltre, gli inverni estremamente rigidi, obbligano i produttori a dover interrare le loro viti tutti gli anni, per non rischiare che il gelo le faccia morire.
Mentre nella zona dello Shacheng, il clima è più secco e le ore di sole d’estate maggiori, rendendola perfetta per la produzione di vino leggermente dolce da uve Longyan.I vini che riportano il nome Shandong e Hebei in etichetta rappresentano più della metà dei vini cinesi sia per volume che per valore.
Provincia dello Yunnan
Lo Yunnan è una provincia collocata nel sud della Cina, al confine con Myanmar, Laos e Vietnam. Il terreno tropicale e montuoso in questa parte del paese sostiene una quantità crescente di viticoltura. In passato qui venivano piantati vitigni ibridi cinesi piuttosto misteriosi Rose Honey, French Wild e Crystal. Ora vengono piantate varietà internazionali come Cabernet Sauvignon e Chardonnay.
Da un punto di vista climatico, l’escursione termica durante la stagione di crescita delle uve aiuta a prolungare il periodo di maturazione, consentendo all’uva di sviluppare forti aromi insieme all’acidità. Le risorse minerarie sono abbondanti nello Yunnan e, di conseguenza, i suoli di tutta la provincia sono ricchi di minerali.Sebbene lo Yunnan non sia ancora famoso dal punto di vista viticolo come Shandong e Ningxia, l’industria del vino è in rapida crescita.
Municipalità di Pechino
sicuramente una zona vinicola più piccola rispetto alle due precedenti, ma molto importante per l’enoturismo, visto la sua prossimita alle principali attrazioni turistiche della capitale.
Municipalità diTianjin
la prima joint venture vinicola sino-straniera (Cina-Francia) è nata proprio qui, producendo il vino nazionalmente acclamato da uve Moscato d’Amburgo.Provincia di Jilin
Nella provincia del Jilin trova origine la vitis amurensis, famosa per la sua estrema resistenza al freddo e per la sua ottima predisposizione ad essere coltivata e per creazione di ibridi.
Nonostante questo, la qualità del vino prodotto in questa provincia non è ancora eccellente.Provincia del Lianoning
Sicuramente la regione più importante per la produzione di ice wines in Cina.Regione autonoma dello Xinjiang
La regione con la maggiore produzione di uva, a livello di quantità, per quanto molta di questa non sia destinata per la produzione di vino.
Per anni i vini prodotti qui venivano venduti ad altre regioni, dove venivano assemblati in blend destinati al mercato. Ad oggi, alcune cantine iniziano a produrre etichette proprie con il nome Xinjiang.Regione autonoma del Ningxia
Una menzione particolare merita sicuramente la regione del Ningxia, qui l’industria vinicola occupa la posizione più importante nello sviluppo economico della regione.
Le condizioni di luce e calore sono ottime e nonostante il clima sia arido/semi-arido, l’irrigazione risulta particolarmente semplice da eseguire, grazie alla vicinanza del fiume Giallo.
Il primo e, al momento, unico ente per lo sviluppo del settore vinicolo in Cina ha sede proprio in Ningxia e i vini prodotti qui hanno vinto già diversi premi sia a livello nazionale che internazionale.
Grandi investimenti sono costantemente programmati per permettere la miglioria di infrastrutture necessarie per lo sviluppo dell’industria vinicola.Molto ancora ci sarebbe da dire sulle altre zone produttrici e su quelle che al momento stanno investendo in questo settore. Ma prima, vorremmo dedicare la nostra attenzione ad un altro quesito:
Cosa c’è di così emozionante e interessante riguardo al vino cinese ad oggi?
Se fino a poco tempo fa potevamo affermare con certezza che la produzione di vini di qualità in Cina puntasse tutta alla perfezione tecnica, mancando quindi di una certa personalità, ora le cose stanno cambiando.
Sicuramente la scena vinicola cinese è ancora dominata dai grandi brand e, a differenza di altre zone vinicole mondiali, il supporto e l’influenza governativa, giocano un ruolo fondamentale.
Brand come Great Wall e Changyu dilagano sul mercato, fornendo vino ad un prezzo accessibile a tutti, ma purtroppo dipingono anche un’immagine non propriamente positiva della qualità e del potenziale vinicolo cinese.
È anche vero, però che un numero sempre maggiore di produttori che producono vini di qualità sta iniziando ad emergere, specialmente nelle regioni di Ningxia, Xinjiang ma anche Yunnan.
I produttori di queste piccole realtà, dopo aver raggiunto la produzione di vini tecnicamente perfetti e che rispettano gli standard di qualità internazionale, cercano di esprimere nei propri vini la passione per il prodotto, l’identità del territorio, il potenziale specifico delle loro uve.
Sono pronti a sperimentare e mettersi in gioco, e lo fanno migliorando di vendemmia in vendemmia.Quali uve vengono utilizzate per compiere questi grandi cambiamenti?
Ad oggi le uve maggiormente piantate sono quelle internazionali, con Cabernet Sauvignon a fare da apri pista, seguito da Cabernet Franc, Merlot, Pinot Nero, Grenache, e piccole quantità di Chardonnay e Riesling, oltre che la varietà locale Longyan.
Tra i migliori vini cinesi, troneggia il bianco secco Chateau Martin Longyan, prodotto nello Hebei.
Sempre per rimanere sui bianchi, prodotti in piccole quantità, troviamo il Kanaan Winery Riesling, dalla regione del Ningxia. Finiamo con un immancabile rosso e, tra i più famosi attualmente, citiamo lo Ao Yun Cabernet, prodotto lungo le pendici dell’Himalaya e già piuttosto apprezzato in Europa.
Anche in Italia abbiamo iniziato ad accogliere questi prodotti di cui si parla tanto, grazie all’azione del gruppo Meregalli, che ha dato il via all’importazione di quattro referenze della cantina Château Changyu Moser XV.Le domande su quali saranno le conseguenze della presenza del vino Cinese sul mercato nazionale e internazionale sono ancora molte.
In Cina, è lecito chiedersi se la crescente produzione di vino cinese è una minaccia per le (già ridotte) quote di mercato italiane, oppure se una maggiore diffusione della cultura enologica locale porterà a un interesse più vasto da parte dei consumatori cinesi, anche nei confronti dei vini d’importazione.
In Italia poi, in molti si sono chiesti se abbiamo effettivamente bisogno di vini cinesi, anche se probabilmente parlare di “necessità” quando si parla di vino è sostanzialmente sbagliato, senza parlare del surplus di prodotto della stessa Penisola.
Concludo riprendendo le parole di Renata Pisu sull’argomento: “Ci sarà chi adulerà vini e produttori, a prescindere dalla qualità, per interesse o ‘ingenuità’, e chi li respingerà senza neanche provarli. Ma il ‘vino cinese’ non è una stravaganza di qualche produttore isolato, e ne sentiremo parlare anche in Italia.”
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