fbpx

Sostenibilità e attenzione all’ambiente sono temi caldi, non solo in Cina: le conseguenze dell’industrializzazione di massa e dello sfruttamento incontrollato di risorse riguarda il pianeta e siamo tutti spaventati dalle conseguenze.

Ma come spesso accade, il Paese del dragone ci sorprende facendo una virata repentina e promettendo di passare da “uno dei paesi più inquinanti al mondo” a modello di sostenibilità e paese a emissioni zero entro il 2060.

Così il governo di Xi ha preso in mano il vessillo del cambiamento climatico e ne ha fatto una delle principali leve della sua propaganda. Una posizione che ha interessi politici molto forti, poiché potrebbe colmare il grande vuoto lasciato dagli Stati Uniti di Trump e Farci guardare alla Cina come il paese del cambiamento (positivo).

Nonostante la politica zero-covid si appoggi ampiamento su industrie inquinanti – e in genarle ci sia un certo livello di scetticismo sulle vere intenzioni di Xi (per un approfondimento sull’argomento vi rimandiamo qui), l’obiettivo di Pechino rimane quello di essere sempre più sostenibile, e, come spesso accade, gli obiettivi del governo hanno iniziato a coincidere con quelli dei suoi cittadini.

Come tutto questo si riflette sui consumatori cinesi?

La sostenibilità è il tema più in voga del momento.

Molti cittadini cinesi stanno apportando modifiche al proprio stile di vita, spinti proprio dall’impegno del governo in questo senso.  Mai come in passato gli acquirenti si aspettano che le aziende offrano prodotti e servizi pensando all’ecocompatibilità e al giusto prezzo.

Un sondaggio del febbraio 2021 di Wunderman Thompson ci da qualche dato tangibile in merito:

In Cina, l’86% degli utenti Internet adulti ha dichiarato di essere disposto a contribuire alla causa con almeno lo 0,5% del proprio stipendio annuo.

Il sondaggio parla anche di rigenerazione, ovvero l’idea non solo di ridurre al minimo l’impatto umano sull’ambiente, ma anche di restituire proattivamente all’ecosistema. Più intervistati in Cina che in altri paesi ritengono che le aziende debbano promuovere la rigenerazione affinché tali sforzi abbiano successo. Tra tutti gli intervistati al sondaggio, l’86% ha affermato di aspettarsi che le aziende facciano la loro parte nella risoluzione di grandi sfide come il cambiamento climatico o la giustizia sociale.

In particolare, quasi due terzi degli intervistati in Cina ha affermato di aver acquistato un nuovo brand o prodotto proprio per le sue pratiche di sostenibilità, mentre solo il 42% ha affermato di optare regolarmente per alternative più costose ma più ecologiche. Dal sondaggio di Wunderman Thompson emerge anche che il prezzo dei prodotti è un fattore determinante. Tra gli intervistati che hanno affermato di non vivere in modo sostenibile, tra le principali ragioni troviamo proprio il costo dei prodotti.

Come fascia di età, sono i giovani al di sotto dei 35 anni, in particolare quelli nelle città ricche della Cina, a mostrare maggiore attenzione verso l’ambiente.

Per le aziende, le implicazioni sono enormi, essendo la Cina il secondo mercato al dettaglio più grande del mondo.

Il trend va verso i prodotti eco-compatibili. C’è un mercato in crescita per i prodotti proteici a base vegetale. I consumatori stanno riconoscendo che le diete a base vegetale sono fondamentali per affrontare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.

Molte delle principali società Internet cinesi, tra cui Ant Group affiliato ad Alibaba, Baidu, JD.com e Suning, hanno già annunciato obiettivi e implementato programmi per ridurre le emissioni.

Nike ha annunciato a settembre di aver aderito alla Green Energy Initiative del gigante cinese della fintech Ant Group e di aver lanciato un mini programma ufficiale sulla piattaforma digitale Alipay per incoraggiare più consumatori a riciclare le scarpe consumate.

Esquel Group, con sede a Hong Kong, uno dei maggiori produttori di abbigliamento al mondo, ha sviluppato una tecnologia di tintura senz’acqua che riduce anche il consumo di energia di quasi il 40%.

Budweiser ha istituito un China Innovation Hub nel 2020 per promuovere l’innovazione sostenibile, compreso il suo lavoro con Vegatex sulla pelle a base d’orzo.

Tmall ha collaborato a marzo con marchi tra cui Max Mara e Timberland per promuovere tendenze di moda sostenibile e aumentare la consapevolezza dei consumatori.

Potremo andare avanti a oltranza, il punto è che tutti i grandi brand si stanno sforzando di dare ai consumatori cinesi quello che chiedono: prodotti più sostenibili.

Greenwash o l’inizio di una nuova era sostenibile? Ai posteri l’ardua sentenza.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: